teatro forum
“Tutti possono fare teatro… anche gli attori…
si può fare teatro dappertutto… anche nei teatri…”
“In un mondo di odio e di rancore, di spinte violente e azioni brutali, la Bontà è un invenzione umana, non nasce spontanea come i fiori selvaggi. Deve essere insegnata e imparata… ma l’essere umano è un cattivo maestro e un pessimo allievo. Questa è la nostra vasta, immensa missione: dobbiamo allontanarci dalla nostra natura selvaggia e creare una cultura in cui la bontà sia possibile e la solidarietà un fatto godibile da tutti.”
(Augusto Boal)
Biografia Augusto Boal
Nasce a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1931. La sua formazione ingeniere chimico (dottorato nell’università Columbia verso la fine degli anni ’40) non impedisce alla sua passione per il teatro di crescere in lui. Dopo gli studi torna in Brasile a lavorare al teatro Arena di Sao Paulo (nel quale diventerà anche direttore) dove può sperimentare diverse forme drammatiche che hanno un impatto significativo sulla pratica tradizionale, introducendo il metodo Stanislavsk per la formazione dell’attore (metodo basato sulla capacità dell’attore d’identificarsi con il personaggio, di provare i suoi stessi sentimenti, evitando però di cristallizzare la recitazione in un modello standard). Le sue prime opere teatrali rispettano la forma classica ma trattano contenuti popolari, temi sociali sentiti dal popolo. Torna in Brasile in un periodo di ferimento politico. Il paese è governato da una coalizione socialdemocratica che affronta le riforme sociali ed economiche da sempre negate dalle classi dominanti, l’oligarchia, i militari e l’imperialismo. Il lavoro di Boal nei primi anni ’60 delineò un teatro radicale e d’opposizione in grado di coinvolgere strati di popolazione analfabeta. Tutto ciò avvenne sulla scia del movimento di liberazione guidto da Paulo Freire che vedeva, nel processo di analfabetizzazione, la grande opportunità per favorire una coscientizzazione dell’oppresso. Le tecniche di questo teatro a partecipazione, a cui Boal diede il nome di Teatro dell’oppresso, furono perfezionate dall’artista brasiliano a partire dal 1971 (data nella quale venne espulso dal Brasile) nei suoi soggiorni in Argentina, Perù, ed Europa (in Francia dove ha vissuto dal 1977 al 2009, anno della sua morte).
Bibliografia
“Pedagogia degli oppressi”, 1970
“L’educazione come pratica per la libertà”, 1967
“L’educazione in città”, 1991
“Pedagogia della speranza”,1992
“Lettera a Cristina”, 1994
“Politica e educazione, “1993
“Pedagogia dell’autonomia”, 1997
“Il teatro degli oppressi” Milano Feltrinelli 1977
“Il poliziotto e la Maschera” La Meridiana 1993
“L’arcobaleno del Desiderio” La Meridiana 1995
“Arena conta Tirandentes” – 1967
“Categorias de teatro popular”- 1972.
“Teatro do Oprimido e outras poèticas” – 1985.
“Hamlet e o filho do padeiro” – 2000
Teatro dell’Oppresso
Il teatro dell’oppresso è un metodo che propone di rendere lo spettatore protagonista dell’azione scenica come preliminare affinchè sia protagonista della propria vita. È basato sull’ipotesi che “tutto il corpo pensa”, cioè su una concezione dell’uomo visto come interazione reciproca di mente, corpo ed emozioni. Con questo metodo lo sviluppo della teatralità diventa uno strumento di liberazione collettiva, in quanto l’auto-consapevolezza della persona è resa possibile dallo specchio multiplo fornitole dagli altri. Per tanto permette di affrontare percorsi educativi formativi in modo attivo, partendo dalla percezione sensoriale, dall’espressione analogica per arrivare ad un’elaborazione verbale basata sull’esperienza. L’atteggiamento pedagogico è di tipo non giudicante ma attento alle differenze e basato su un ascolto comprensivo. Il teatro dell’oppresso ha sempre lottato contro una realtà violenta, cercando di dimostrare che tutta la gente è teatro anche se non fa teatro e che il teatro può essere luogo non soltanto per pensare al passato e conoscere meglio il presente ma sopratutto per preparare il futuro.
La pedagogia di Paulo Freire. La maggior influenza nelle opere di Boal l’ha avuta Paolo Freire, nato il 19 settembre 1921, esso era promotore della più grande campagna di alfabetizzazione delle persone disagiate. Freire si è occupato per tutta la vita dell’educazione del popolo oppresso, tanto che, nel 1963, viene accusato di attività sovversiva quindi arrestato ed espulso dal paese. Da quel momento fino alla morte (76 anni) si è occupato, attraverso varie associazioni mondiali dell’educazione dei popoli del terzo mondo.
Fondamenti. Conoscere il corpo: attraverso una serie di esecizi conoscere il proprio corpo, i limiti, le capacità e le deformazioni causate dall’ambiente sociale e scoprirne la possibilità di recupero. Modellare il corpo: in modo espressivo, si tratta di una serie di giochi che permettono di esprimersi abbandonando le espressioni quotidiane. Il teatro come linguaggio: il teatro è vivo, non ci sono grandi coppioni da seguire, è un linguaggio che si evolve con l’evolvere della storia, non si mostra un prodotto finito. Sono gli spettatori che “scrivono la storia” mentre gli attori recitano, gli spettatori interagiscono direttamente, essi fanno parte dell’azione drammatica e fanno parte della rappresentazione scenica. Il teatro come discorso: forme semplici con le quali lo spettatore-attore presenta spettacoli secondo le proprie necessità di discutere diversi temi o provare diverse emozioni.
Forme.
Teatro immagine: attraverso le sculture corporree e successive dinamizzazioni l’allenamento su osservazioni/interpretazione e l’esplorazione dei linguaggi analogici. Codici, rituali e maschera sociale: la realtà come semplificazione e codificazione; il trittico persona, personalità e personaggio. Esercizi per la creazione dei personaggi: l’evocazione dei personaggi attraverso metodi interpretativi, in particolare Stanislavskij.
Teatro forum: dalla rappresentazione di situazioni oppressive riconoscibili dal pubblico alla trasformazione dello stesso in attore-protagonista; dall’idea alla lotta sul palcoscenico con gli attori-antagonisti; dall’azione individuale al dibattito.
Teatro invisibile: la coscientizzazione riguardo determinate problematiche attraverso azioni teatrali nelle quali la gente è inconsapevolemnte coinvolta.
Teatro giornale: la lettura di notizie pubblicamente per coscientizzare gli uditori.
Flic dans la tete: tecniche utilizzate per il lavoro su oppressioni di tipo psicologico.
Teatro legislativo: una struttura che mette il metodo teatrale di Boal all’interno di un percorso di ricerca e crescita collettiva del rapporto tra popolazione e Istituzioni.
“Il Pensiero Sensibile, che produce arte e cultura, è essenziale alla liberazione degli oppressi, poiché accresce e approfondisce le capacità cognitive. Soltanto da cittadini che, con tutti i mezzi simbolici (parola) e sensibili (suoni e immagini), si rendono coscienti della realtà in cui vivono e delle sue possibili trasformazioni, potrà sorgere, un giorno, una democrazia reale”.