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15° Rassegna Provinciale del Teatro della Scuola – Premio Città di Grosseto
il teatro nella scuola e i nuovi bisogni di sapere
a cura di Daniela Marretti
1) IL SENSO DEL FARE TEATRO A SCUOLA
ANIMAZIONE SOCIO-CULTURALE, intesa come attività di coinvolgimento emozionale, culturale, personale, materiale, in grado di trasformare l‘individuo e il suo atteggiamento nei confronti di sé stesso, dei problemi che lo circondano, delle potenzialità che gli appartengono, delle relazioni e delle dinamiche che caratterizzano il suo essere nella scuola, nel quartiere, nella città e nella vita. Il teatro-laboratorio offre una moltitudine di occasioni per educare il ragazzo all’ascolto, alla critica positiva, al superamento di barriere di genere o razziali, all’interpretazione e all’analisi della realtà, oltre a permettergli di scoprire la propria forza espressiva, comunicativa, creativa, rafforzando la sua autostima e la fiducia nel lavoro di gruppo.
SUPERAMENTO DI BARRIERE PSICOFISICHE. L’individuo, attraverso la riscoperta del proprio corpo, della propria voce, della propria capacità di esprimersi volontariamente in codici differenti, con totale apertura, al di là dei cliché comportamentali oltre che espressivi, ha l’opportunità di intravedere un modo più libero, decondizionato, consapevole di essere e portarsi nella vita.
ESPRESSIONE DI SE’ La dimensione teatrale è una dimensione che appartiene all’umanità, noi recitiamo, improvvisiamo, viviamo una dialettica teatrale in ogni momento della nostra vita, per questo, rispetto ad altre discipline artistiche e socializzanti, il teatro rimane, almeno a certi livelli, più facilmente accessibile.
La “materia” che trattiamo – corpo, voce, emozione, energia, interazione – è la stessa “materia” di cui siamo fatti. Un teatro che parta dal corpo, dall’improvvisazione, dal momento ludico conduce necessariamente alla riscoperta del potenziale creativo ed espressivo di ognuno di noi, sciogliendo resistenze, insicurezze, preconcetti autolimitanti.
SENSIBILIZZAZIONE ALL’ARTE. Il teatro è trasversale a molte discipline artistiche ed offre la possibilità di scoprire la bellezza della musica, di un testo poetico, di un dipinto, perché tutto può convergere in un laboratorio teatrale e tanto più in una messa in scena; e se pure si intenda perseguire la direzione, auspicabile , del “teatro povero”, intendendo con questo proprio la lezione di Grotowsky e di Barba che mettono al centro della comunicazione teatrale l’espressività dell’attore e la potenza della sua ricerca espressiva, riducendo a niente o poco tutto l’apparato scenico, occorre ricordare che il risultato di un approfondimento personale e relazionale ha sempre e comunque come risultante una sensibilizzazione complessiva dell’individuo.
Il Teatro della Scuola
a cura di Luca Pierini
Il senso del fare teatro a scuola. Fare teatro nella scuola significa mettere a disposizione dei ragazzi uno strumento capace di stimolare, liberare, modellare, accrescere la capacità espressiva di ciascun individuo. Ritengo che la priorità consista proprio nel creare e far respirare uno spazio “libero”, di aggregazione, in cui ciascuno possa a modo suo e senza pressioni, riconoscersi ed esprimersi.
È finita la stagione della sperimentazione? Il primo periodo del ‘900 è stato terreno assai fertile a riguardo, il picco della sperimentazione è stato toccato, e ciò che è venuto dopo, è figlio di quell’epoca. Nel fare teatro però la sperimentazione, intesa come ricerca della verità espressiva dell’individuo, è e deve rimanere viva, una stagione in continuo divenire
Il teatro interclasse: valore e futuro. Il teatro proposto al gruppo classe/interclasse rappresenta un percorso in cui attraverso la condivisione di un metodo laboratoriale, e di una rappresentazione finale, se prevista, il giuoco teatrale agisce da collante sia tra i ragazzi partecipanti, sia tra loro e gli insegnanti incaricati, lo spazio scolastico assume nuove forme.
L’insegnante e il formatore teatrale: una convivenza al rialzo. La collaborazione tra insegnante e formatore è fondamentale: il lavoro che di volta in volta il formatore propone, deve essere “conservato”, affinché tra un incontro e l’altro esso non si disperda nel nulla. Se c’è assenza collaborativa dall’una o dall’altra parte, il lavoro generale ne risentirà sicuramente.
Come si concilia il teatro con i nuovi canali di informazione dei ragazzi? Se è vero che la comunicazione moderna offre strumenti più discreti, meno impegnativi, se si pensa a internet, al cellulare, etc., è altrettanto vero che in generale la risposta all’attività teatrale data dai ragazzi testimonia il piacere del rinnovato rapporto diretto, fisico, con l’altro, che non prevede asettici schermi elettronici superpiatti, webcams, o simili. Non è demonizzazione della tecnologia, la quale è utile, ma fin troppo invadente.
Il teatro continua ad essere veicolo di idee e ideali? Sì. Non sempre questa sua natura è visibile( capita di assistere alla celebrazione del niente…), ma ancora sopravvive.
Il teatro fa della sua praticità e materialità i propri punti di forza? Assolutamente sì, è diretto, può arrivare velocemente nella profondità della persona, e la sua materialità funge da apripista nella ricerca espressiva personale
In che misura i nuovi mezzi di comunicazione possono entrare nel teatro? O sono antagonisti? Si deve puntare ad un percorso teatrale che metta al centro l’individuo, con la sua fisicità, la sua vocalità, tutto quello che il suo corpo può esprimere. Nient’altro. Attorno a questo centro, ci si può servire di mezzi di comunicazione moderni visti in chiave di “supporto”, cercando il giusto equilibrio. Importante è ricordarsi dove è il centro: si può fare teatro senza “supporti”.
I genitori e il teatro scuola: possibili nuove interazioni. Capita spesso di notare quanto benefico, quasi terapeutico, sia lo strumento teatro per chi a vario titolo, a qualsiasi età, lo pratichi. Nel caso del teatro scuola, spesso esso va a migliorare la capacità comunicativa tra il ragazzo e il mondo che lo circonda. Se questo è vero, allora il genitore deve sapere che il teatro, nella scuola, si identifica non come semplice attività ludica, ma come una complessa e preziosa materia di studio dell’individuo. Prendere sempre più coscienza di questo, dovrebbe far sì che l’approccio con la sfera teatrale sia sempre più incentivato da parte della famiglia. Purtroppo i crescenti problemi economici della nostra società non aiutano
Il teatro a scuola come scuola per il teatro: vedere e sentire meglio l’arte. Il teatro scuola di cittadinanza: per i temi o per i modi? Consigli per chi vuole fare teatro con i ragazzi.
Indubbiamente il teatro nella scuola favorisce un approccio, un incontro, in un momento tanto delicato quanto fertile della vita del ragazzo. Questo significa stimolare da subito apertura, interesse verso questa forma d’arte (lo stesso dicasi per tutte le arti), significa pratica diretta, respirarla, viverla. Conoscere e conoscersi, per trovarsi poi un giorno a scegliere con più consapevolezza. Non credo di avere consigli da dare se non quello di iniziare a praticare dopo aver sperimentato su di sé una vera immersione nel mondo del teatro, teorica e pratica. Il resto verrà da sé, se si vorrà aprire e mantenere aperta questa finestra, essa sarà una ulteriore fonte di apprendimento e sviluppo personale.