Giuseppe
Ziemacki nasce nelle Marche nel 1951 nel periodo del dopoguerra.
In realtà non ci abiterà mai ma il suo legame con quella
terra rimarrà sempre molto forte. Sempre nella sua vita
vivrà la nostalgia ed il rimpianto di due patrie, di due
nascite, di due profonde radici. A Roma vivrà con i suoi
genitori, i nonni e le zie in case del centro storico, vicino
alla stazione e questo sarà un altro dei suoi grandi amori:
il centro di Roma, la Roma di quegli anni e dei successivi,
calda e sicura, rumorosa e intima, un grande cuore che lo
avvolgerà come un abbraccio per molti anni. Il padre porterà
poi nella sua vita un'altra anima, più dolorosa, quella
di una Polonia amata e tanto lontana, la lacerazione del
suo distacco e la tristezza della sua solitudine. l viaggi
per andare a trovare l'amata madre, la sorella Jadvigia,
il fratello, che troppo giovane morirà, roso dagli orrori
della guerra.... ma
anche gli amici fraterni, le bevute di vodka, le mangiate
in compagnia: spesso i polacchi che arrivavano a Roma trovavano
in via Modena un' altra casa, un'altra famiglia. E Giuseppe,
prima bambino, poi adolescente e adulto, imparerà a convivere
con lingue diverse, diversi pensieri e musiche e colori.
Gli studi non rispecchiarono inizialmente i suoi desideri
e le sue inclinazioni: consigliato dai genitori frequenterà
una scuola tecnica che gli avrebbe permesso di lavorar e
ed essere indipendente...ma non era questa la sua strada
e, finite le scuole superiori, si batté per iscriversi alla
facoltà di architettura. Era riuscito nel frattempo a trovare
piccoli lavori per potersi mantenere e studiare come architetto
gli piaceva molto. Fu allora che conobbe alcune persone
che ebbero grande importanza nella sua vita: Giancarlo,
Peppe, Rosalba, Giovanna, Laura.......Cominciarono a studiare
insieme, a progettare, a disegnare e, lentamente, si sciolse
quell'insicurezza che le sue origini ed i suoi studi precedenti
avevano creato. Inizierà a dipingere e disegnare in ogni
momento libero, frequenterà una scuola di incisione, dove
conobbe un grande amico e maestro, Antonio Tamilia, con
il quale organizzarono piccole mostre e incontri d'arte,
conobbe altri artisti...comincerà così suo cammino parallelo:
da una parte un percorso artistico che da allora mai si
è interrotto e dall'altra prima l a progettazione e la partecipazione
a tanti concorsi di architettura e poi l'insegnamento: una
scelta che lo ha molto gratificato fino a che ha vissuto:
amava molto i suoi studenti e cercava di creare un rapporto
che fosse "costruttivo", proprio in senso architettonico,
visto cioè come la creazione e la realizzazione di progetti
insieme studiati e portati a termine. Nel frattempo, nel
1988, si trasferì in Toscana, una terra che molto lo attirava,
un po' per i racconti della sua compagna, che proprio in
quei luoghi aveva trascorso la sua infanzia, e poi perché,
quando, nel 1984, nacque la loro bambina, sentì il desiderio
di lasciare Roma, quella grande e generosa città che tanto
amava, ma nella quale era diventato sempre più difficile
vivere serenamente: era venuto il momento di affrontare
un'altra avventura....e proprio in Toscana troverà le condizioni
ideali per dipingere come lui desiderava: grandi spazi,
tempi dilatati, artisti in cerca di nuovi codici espressivi,
proprio come lui. Poteva finalmente metter e a frutto le
idee che da tanto tempo gli maturavano dentro. Aveva accumulato
esperienze importanti che portarono i loro frutti; aveva
infatti studiato tecniche calcografiche a Venezia, Roma
e Urbino, seguito Workshops sul cortometraggio a Napoli
e sul libro d'artista a Venezia, aveva conosciuto altri
artisti con i quali comincerà a collaborare ed a scambiare
esperienze. Con alcuni di loro, Massimo Cinelli, Naima De
Persis, Stefano Corti e Edoardo Zamponi fonderà, nel 1990,
il gruppo di CIRCOLARTE, che, oltre a promuovere mostre
importanti nel territorio di Grosseto, organizzerà iniziative
artistiche in altre città: Siena, Bologna, Treviso... Nel
frattempo partecipava a mostre individuali e collettive
in Italia e in Europa, progettava e seguiva laboratori sulla
costruzione di oggetti artistici, collaborava con il T E.A.M.,
gruppo di artisti, psicologi e docenti con sede ad Amburgo
e con il Teatro Studio di Mario Fraschetti. Con lui collabora
agli spettacoli creando costumi, intervenendo in modo estemporaneo
come artista visuale in alcune rappresentazioni creando
libri d'artista sugli spettacoli stessi. Seguiva un laboratorio
di arteterapia con un gruppo di pazienti del Dipartimento
di Salute Mentale, era insomma un artista curioso, cosa
comune a molti di loro, e dietro ad ogni opera c'erano il
suo cuore generoso ed il suo pensiero. L'arte era una sua
esigenza esistenziale che non abbandonerà mai continuando
a progettare quadri, installazioni, mostre, interventi artistici,
disegnando fino alla fine. Ha lasciato il corpo nell'ospedale
di Terni il 29 maggio 2000.
|
|
|
|